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“Quando si vinceva con il 13” è una frase che evoca nostalgia e ricordi di un’epoca in cui la schedina del Totocalcio rappresentava un rito settimanale per milioni di italiani. Questo concorso a premi, introdotto nel 1946, ha segnato profondamente la cultura e la società italiana del dopoguerra, offrendo speranza e momenti di aggregazione.

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Le origini del Totocalcio: quando si vinceva con il 13

Nel 1946, l’Italia era un paese in ricostruzione, e lo sport rappresentava un mezzo per ritrovare unità e speranza. In questo contesto, il giornalista sportivo Massimo Della Pergola ebbe l’intuizione di creare un concorso a premi legato al calcio. Così nacque la SISAL, che lanciò la prima schedina il 5 maggio 1946. Inizialmente, il gioco prevedeva la previsione di 12 risultati; solo nel 1951 si passò al leggendario “13”, rendendo ancora più avvincente la sfida per gli appassionati.

L’evoluzione della schedina: da 12 a 13 partite

La transizione dalle 12 alle 13 partite avvenne il 21 gennaio 1951, con l’obiettivo di aumentare la difficoltà e, di conseguenza, il montepremi. Questo cambiamento consolidò l’espressione “fare 13” come sinonimo di grande successo e fortuna nella cultura popolare italiana. La schedina divenne presto un appuntamento fisso per famiglie e amici, che si riunivano per discutere e compilare insieme i pronostici.

Quando si vinceva con il 13: Il boom del Totocalcio negli anni ’50 e ’60

Negli anni ’50 e ’60, il Totocalcio raggiunse l’apice della popolarità. La possibilità di “fare 13” rappresentava per molti italiani un sogno di riscatto e prosperità. Le ricevitorie erano affollate ogni settimana, e la compilazione della schedina era diventata un vero e proprio rito collettivo. Le vincite milionarie facevano notizia, alimentando ulteriormente l’entusiasmo e la partecipazione al concorso.

Le vincite storiche: quando si vinceva con il 13

Il primo grande vincitore del Totocalcio fu Emilio Biasetti, che il 21 luglio 1946 incassò 463.146 lire, una somma considerevole per l’epoca. Nel 1993, si registrò la vincita più alta di sempre: il 7 novembre, tre schedine con un “13” e cinque “12” regalarono ai loro possessori oltre 5,5 miliardi di lire ciascuno. Questi eventi contribuirono a consolidare il mito del “fare 13” nell’immaginario collettivo.

Le regioni e le città con più vincite al Totocalcio quando si vinceva con il 13

Analizzando la distribuzione geografica delle vincite al Totocalcio, emergono alcune regioni e città che si sono distinte per il numero di “13” realizzati. Tra le città più fortunate, Napoli spicca con numerose vincite significative, seguita da Roma e Milano. Queste metropoli, grazie alla loro vasta popolazione e alla passione per il calcio, hanno registrato un alto numero di partecipanti al concorso, aumentando così le probabilità di vincita. Anche città come Genova e Bologna hanno visto importanti successi, con vincite milionarie che hanno cambiato la vita dei fortunati scommettitori.

Quando si vinceva con il 13: Curiosità e aneddoti sulle vincite milionarie

La storia del Totocalcio è ricca di aneddoti e curiosità legate alle vincite milionarie. Uno dei racconti più noti riguarda Pietro Aleotti, un artigiano del legno di Treviso, che nel 1947 vinse 64 milioni di lire. Curiosamente, Aleotti non si accorse subito della sua vincita; fu solo grazie al fatto di aver scritto il suo nome sulla schedina che gli organizzatori riuscirono a rintracciarlo e a consegnargli il premio.

La sfortuna di un disoccupato che fece 13

Un altro episodio interessante risale al 1981, quando un disoccupato fece “13” ma, a causa della perdita della matrice della schedina, non riuscì mai a riscuotere la vincita. Questi racconti evidenziano come il Totocalcio, quando si vinceva solo con il 13, abbia intrecciato le sue vicende con le storie personali di molti italiani, diventando parte integrante della cultura popolare.

Il declino e le trasformazioni del Totocalcio

Con l’avvento di nuove forme di scommesse e lotterie negli anni ’90, l’interesse per il Totocalcio iniziò a diminuire. Nel 2003, per cercare di rivitalizzare il concorso, venne introdotta la quattordicesima partita, denominata “Tredicissimo”. Tuttavia, nonostante le modifiche, il fascino originale di quando si vinceva solo con il 13, non riuscì a mantenere la stessa presa sul pubblico, segnando l’inizio di un lento declino.

L’eredità culturale del “fare 13”

Nonostante il declino di quando si vinceva ancora con il 13, l’espressione “fare 13” è rimasta radicata nel linguaggio comune come simbolo di una grande vittoria o di un colpo di fortuna inaspettato. Il Totocalcio ha rappresentato per decenni non solo un gioco, ma anche un fenomeno sociale che ha unito generazioni diverse nella speranza di cambiare la propria sorte con una semplice schedina.

Conclusione: il ricordo di quando si vinceva con il 13

Ripercorrere la storia del Totocalcio significa rivivere un capitolo importante della cultura italiana, fatto di sogni, speranze e momenti condivisi. “Quando si vinceva con il 13” non era solo una questione di denaro, ma rappresentava un fenomeno sociale che univa intere comunità. La compilazione della schedina era un rito collettivo che coinvolgeva famiglie, amici e colleghi, alimentando discussioni e speranze condivise. Il Totocalcio ha lasciato un’impronta indelebile nella cultura italiana, simbolo di un’epoca in cui il calcio e la fortuna si intrecciavano nella vita quotidiana.

Scommesse o Totocalcio ricorda sempre che il gioco è vietato ai minori di 18 anni e di giocare con responsabilità, il gioco era vietato anche quando si vinceva con il 13.